DES DESCRIZIONE
DESO
Indicazioni sull'oggettoPiccola testa lavorata a tutto tondo, tagliata poco sotto la base del collo, e fortemente caratterizzata in senso ritrattistico. La fronte è bassa; gli occhi, dalle palpebre trattate plasticamente, mostrano la pupilla incisa e sono sormontati da sopracciglia arcuate, che si uniscono alla radice del naso; la bocca è piccola e connotata dal labbro superiore ben disegnato. Ma il tratto più connotante è sicuramente il naso, molto pronunciato e con una tipica gobbetta. I tratti richiamano con precisione il ritratto di Vibia Sabina, moglie dell'imperatore Adriano. Particolare e problematica è invece l'acconciatura: i capelli sono divisi da una scriminatura centrale, ai lati della quale si dispongono ciocche ondulate (al centro della prima ondulazione di ogni ciocca si trova un piccolo foro). Sulla nuca i capelli, divisi da grossolane linee incise, sono suddivisi in ciocche arrotolate e pettinate verso la sommità del capo. Tutto il resto della testa è interessato da una pesante rilavorazione, che ha creato una specie di calotta liscia, ad eccezione di un solco inciso dietro le onde frontali; due ampie scheggiature intaccano la parte sommitale della testa (la rilavorazione è probabilmente databile al IV secolo d.C.).
NSC
Notizie storico-criticheLa testina faceva parte dello Scrigno Grimani della Sala del Consiglio dei Dieci ed è citato negli Inventari del 1593 (n. 61: "Una testa incoronata di oro col petto dorato") e 1794 (n. 43: "busto di cristal di monte") (cfr. Nardelli 1999, p. 30).
Il pezzo è stato variamente identificato: come Cleopatra VII (Anti, Traversari, Nardelli), come altra principessa tolemaica (Ravagnan, Sena Chiesa: Arsinoe II o Berenice II), come Sabina augusta dal 128 al 136 o 137 (Platz-Horster, Gagetti: ivi ulteriore bibliografia). Quest'ultima identificazione è pienamente confermata dal preciso confronto con una testina di Firenze, anch'essa in acquamarina e delle stesse dimensioni (solo differenza, l'acconciatura: si rimanda a Gagetti 2006).
Quindi anche la cronologia può essere fissata alla prima metà del II secolo d.C.
Più complesso datare la rilavorazione, probabilmente in età costantiniana o teodosiana (Platz-Horster 2002); E. Gagetti propone una rilavorazione per ottenere un
ritratto di Elena, madre di Costantino e ipotizza un completamento della pettinatura in oro (una sorta di "toupet aureo").
In ogni caso, la testa doveva comunque essere coperta o da un velo in materiale diverso (Sena Chiesa 1997, p. 126) o da una corona o diadema (Nardelli 1999, p. 30).