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Regione del Veneto

Catalogo Beni Culturali Regione Veneto


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Scheda estesa: scheda 1 ( di 1; marcate: 0 )

A - Beni Architettonici

CD  CODICI

TSK  Tipo schedaA
LIR  Livello ricercaP precatalogazione
NCT  CODICE UNIVOCO
NCTR  Codice regione05
NCTN  N° catalogo generale0001
ESC  Ente schedatoreR05
ECP  Ente competenteS73

AC  ALTRI CODICI

ACC  Altro codice beneWLT-008700_WCR-1021001

OG  OGGETTO

OGT  OGGETTO
OGTD  Definizione tipologicabotte
OGTQ  Qualificazionedemaniale
OGTN  DenominazioneBotte Begone
OGA  ALTRA DENOMINAZIONE
OGAG  Genere denominazionestorica
OGAD  DenominazioneBotte Bogone

LC  LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA

PVC  LOCALIZZAZIONE GEOGRAFICO-AMMINISTRATIVA
PVCS  StatoItalia
PVCR  RegioneVENETO
PVCP  ProvinciaRO
PVCC  ComuneMELARA
PVCL  LocalitàSanto Stefano
PVCI  IndirizzoVia Argine Santa Maria
PVCV  Altre vie di comunicazioneIn destra idraulica del canale Santa Maria,nei pressi dell'ultima abitazione attualmente del signor Rossi Mario.
PVL  Altra localitàStradone Begone (fonte verbale)
PVE  Diocesi756
SET  SETTORE
SETT  TipoTP

CS  LOCALIZZAZIONE CATASTALE

CTL  Tipo di localizzazionelocalizzazione fisica
CTS  LOCALIZZAZIONE CATASTALE
CTSC  ComuneMelara
CTSF  Foglio/Data6/1999
CTSP  ProprietariStato
CTSE  Particelle ed altri elementi di confine2, 19, 20

AU  DEFINIZIONE CULTURALE

ATB  AMBITO CULTURALE
ATBR  Riferimento all'interventointero bene
ATBD  Denominazioneambito rodigino polesano
ATBM  Motivazione dell'attribuzionefonte archivistica
ATB  AMBITO CULTURALE
ATBR  Riferimento all'interventointero bene
ATBD  Denominazioneperiodo ottocentesco
ATBM  Motivazione dell'attribuzionefonte archivistica

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaNel sec. XVI d.C., grazie alla politica intrapresa dalla Serenissima Repubblica rivolta al prosciugamento delle terre per renderle colitivabili e redditizie, si costituirono i Consorzi di bonifica del territorio padano, che introdussero il principio di autogoverno: i proprietari terrieri interessati ai specifici canali erano tenuti, ai fini della sicurezza idraulica, alla completa salvaguardia del territorio con mezzi propri. Il principio di autogoverno venne sostituito dal R.D. 13 Febbraio 1933 n°215, secondo il quale le opere principali erano a carico dei Consorzi, attraverso finanziamenti statali, mentre la manutenzione dei terreni rimaneva sempre a carico dei proprietari. Nel corso dei secoli, il territorio è sempre stato regolato da normative. Si cita la prima legge agraria del 1882 (n°269 del 25 Giugno 1882) sulle bonifiche, firmata dal Ministro dei Lavori Pubblici Beccarini, che mirava a risanare le terre con il contributo dello Stato. Con questa legge si distinsero in due categorie le opere di bonifica: - di prima categoria erano tutte quelle attività che provvedevano al miglioramento igienico (e ciò significava anche miglioramento agricolo) cui lo Stato interveniva con finanziamenti del 50%, le Province con il 12,5%, i Comuni con il 12,5% ed i proprietari con il restante 25%; - di seconda categoria erano definite le iniziative sul territorio che non avevano un chiaro e rilevante interesse pubblico. In realtà tale legge favorì gli interessi dei grandi proprietari terrieri, che videro sanate e prosciugate molte delle loro proprietà a costi ridotti, ma furono realizzati anche interessi collettivi come la lotta contro la malaria, l'aumento dei lavoratori stabili nelle campagna, ecc.
RENS  Notizia sinteticalegislazioni
RENF  FonteB-00001802 (pp. 27..57)
RENF  FonteA-IUAV-TESI 2000 025-T2000/025 (p. 23)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELS  SecoloXVI d.C.
RELV  Validitàca.
RELF  Frazione di secoloinizio
RELW  Validitàca.
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1933/02/13

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaOgni epoca presenta un diverso modo di bonificare il territorio. Nel corso dei secoli, si possono individuare cinque diverse procedure e tecniche di bonifica attuate sia sul territorio padano sia nel resto del Paese: 1. "Bonifica per colmata": veniva effettuata, in determinati appezzamenti, con la preparazione di argini e l'allagamento prolungato di anni, per consentire il deposito dello torbide del fiume ed il successivo rispristino; 2. "Bonifica tardo-medioevale": avveniva mediante "macchine ed ingranaggi" azionati da forza animale per canalizzare l'acqua lontano dalle terre basse; 3. "Bonifica ottocentesca": era ottenuta attraverso il sollevamento delle acque con grandi ruote a schiaffo, azionate da molteplici motori a vapore; 4. "Bonifica moderna": attuata con pompe centrifughe mosse da grossi motori diesel ed, in un secondo momento, anche da motori elettrici; 5. "Bonifica contemporanea": avviene mediante elicopompe ad asse verticale, che non necessitano della continua presenza di personale, ed offrono la possibilità di essere installate anche a cielo aperto.
RENS  Notizia sinteticafasi della bonifica
RENF  FonteA-IUAV-TESI 2000 025-T2000/025 (p. 26)
RENF  FonteB-00001800 (p. 55)
RENF  FonteB-00001807 (p.145)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELS  SecoloI d.C.
RELV  Validitàca.
RELF  Frazione di secoloinizio
RELW  Validitàca.
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVS  SecoloXXI d.C.
REVF  Frazione di secoloprimo quarto

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaL'azione della Bonifica sul territorio regionale ha una propria storia, che si può riassumere in alcune tappe significative: la Centuriazione romana, l'opera dei Benedettini e la consensuale azione dei proprietari per il recupero delle terre. La centuriazione di questo territorio si realizzò grazie alla bonifica di terreni spesso paludosi assegnati a legionari, reduci dalle grandi campagne belliche di Roma, per essere poi coltivati, ma soprattutto presidiati da persone disposte a difenderli anche con le armi. La sistemazione dei terreni agricoli avveniva una volta che l'"agrimensore", persona di grande cultura tecnico-giuridica, aveva delimitato i confini della città o del borgo fra due strade, il decumano massimo (decumanus maximus) ed il cardo massimo (kardus maximus), questo perpendicolare al primo. L'opera dei Benedettini, invece, frati che intervenirono sul territorio per bonificare aree paludose, forti dell'impegno della loro regola, che li portava a pregare e lavorare (ora et labora) per il proprio benessere spirituale e di quello delle genti più deboli, rappresenta la vera novità nel Medioevo, poichè attorno al convento ed alla chiesa abbaziale, generalmente posti su terreni elevati rispetto al piano di campagna, si conquistarono giorno dopo giorno spazi alle paludi ed ai terreni acquitrinosi. L'interesse a continuare sulla strada del miglioramento fondiario e della messa in coltura delle terre continuò anche nell'Italia dei Comuni prima, e delle Signorie poi (es. Estensi).
RENS  Notizia sinteticaevoluzione storica della Bonifica
RENF  FonteB-00001802 (pp. 27..30)
RENF  FonteB-00001800 (pp. 9..21)
RENF  FonteA-IUAV-TESI 2000 025-T2000/025 (pp. 20; 21)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELS  SecoloI d.C.
RELV  Validità(?)
RELF  Frazione di secoloinizio
RELW  Validità(?)
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVS  SecoloXVI d.C.
REVV  Validitàca.

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaFu con le bonifiche del Seicento, specie con quella Bentivoglio, che le acque di scolo furono portate a defluire nel Po, ma resasi difficoltosa tale soluzione per l'innalzamento del pelo del fiume, fu ripristinata la facoltà dello scarico in Canalbianco. La "Bonifica Bentivoglio" fu l'iniziativa più importante nella Transpadana. Dopo l'editto di Alfondo II d'Este (1593), i Bentivoglio possedevano 1.000 ettari, dei quali 500, posti oltre Zelo e Trecenta, erano discretamente coltivabili. Nel 1609, Papa Paolo VI concesse, ad Enzo Bentivoglio, di poter bonificare tutte le terre in suo possesso (17 Febbraio 1609), ma esclusi i terreni di proprietà dello Stato di Venezia, rimasero solo terreni molto paludosi (es. la valle di Trecenta-Sariano, la valle di Bariano, ecc.). I Bentivoglio, non essendo estranei a simili imprese, iniziarono subito i lavori. Il marchese Enzo Bentivoglio ebbe la fortuna di affidarsi al bravo perito Aleotti detto l'Argenta che, nel 1611 partecipava alla ricognizione per la determinazione del territorio da bonifica e quindi dirigeva i lavori che, eseguiti con una fitta ed efficiente rete scolante, confluente nel Po, dettero subito buoni risultati. Nel 1625 erano stati portati a termine la maggior parte dei lavori con la costruzione degli argini di difesa, di ponti, canali, sostegni e chiaviche, tutto secondo progetto e a norma di Capitolato approvato nella convenzione degli interessati. Al termine dei lavori, vennero ripartiti le spese ed i terreni prosciugati con le altre persone nobili che parteciparono economicamente ai lavori (conte Nappi, marchese Fiaschi, ecc.). Le cessioni di terre per la coltivazione vennero fatte per la maggior parte nella forma di investitura livellaria e si iniziò presto anche uno stabile insediamento di contadini per la coltivazione e per l'allevamento di bestiame. Il cavo principale della bonificazione venne chiamato "Bentivoglio" e ad esso erano portati i condotti secondari. Nel 1663 il Penna, nella sua "Compendiosa descrizione dello Stato di Ferrara" scriveva che a quel tempo il territorio si presentava fertile e popolato. Non vennero considerate allora, né forse era possibile, le evoluzioni idrauliche naturali che avrebbero condizionato il futuro, dovuto, per il Polesine, alle grandi forze scatenate su esso dai grandi fiumi. Nel caso particolare della bonifica padana ciò si tradusse nel continuo e talvolta rapido elevarsi degli alvei e perciò degli argini del Po, dell'Adige e del Canalbianco con gravi e ripetute rotte succedutesi nel seicento e più ancora nel settecento, a cui si provvide con cospicui e imprevisti finanziamenti. E' intuitivo considerare i danni che furono apportati ai manufatti della bonificazione, alle case e alle stalle, la distruzione dei raccolti, i disagi inauditi della popolazione. A ciò si aggiunsero eventi bellici, come quelli che videro il passaggio di fameliche truppe straniere nei primi anni del '700 (guerra per successione di Spagna) e la trasformazioni politiche di fine secolo. In questo modo, dove si era bonificato, tornarono a mostrarsi zone paludose ed inutili. La situazione finanziaria dell'impresa dei Bentivoglio si era fatta sempre più pesante finché la restituzione dei prestiti ai Monti romani divenne infine impossibile; tutto portò, nel 1766, al risultato che i Montisti furono immessi nella proprietà dei beni ipotecati dando così origine al "Condominio Bentivoglio". Da allora nessuno curò più la bonifica, né la manutenzione delle opere, pensando solamente a realizzare, in perdita, i capitali investiti procedendo alla vendita all'asta delle proprietà.
RENS  Notizia sinteticabonificazione Bentivoglio e nascita del condominio Bentivoglio
RENF  FonteB-00001800 (pp. 22..32; 47..49)
RENF  Fontehttp://www.bonificapadana.it/nqcontent.cfm?a_id=222
RENF  FonteB-00001807 (pp. 141..162)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELS  SecoloXVII d.C.
RELF  Frazione di secoloprima metà
RELW  Validitàca.
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1766/00/00

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaIl ventennio di dominazione francese (1796-1815) è stato caratterizzato da poche risoluzioni atte a migliorare la situazione idraulica, che si era andata invece sempre più aggravando nei primi anni del secolo XIX. Erano stati condotti numerosi studi e progettazioni, ma nessun lavoro di rilievo. Un'intervento molto importante si svolse, invece, in ambito amministrativo e normativo: i numerosi decreti emanati in questo periodo distinguevano bene gli interventi di carattere pubblico, come la regolazione delle acque dei fiumi arginati, da quelli di carattere privato, come la manutenzione e gli scoli delle acque zenitali, nei singoli comprensori che erano stati territorialmente ben definiti. Si voleva così garantire l'uguaglianza del trattamento per tutti i cittadini. La dominazione austrica, invece, durò nel Veneto dal 1815 al 1866, salvo il breve periodo della Repubblica Veneta del 1848-1849. In questo periodo, i consorzi degli interessati alle opere di scolo e di bonificazione furono regolati, per la loro amministrazione, dalle norme e dai regolamenti già emanati dal precedente governo. Si proseguirono, inoltre, gli studi per la bonifica di varie parti del territorio padano, con la valutazione dei progetti da Commissioni tecniche specifiche.
RENS  Notizia sinteticadominazione francese ed austriaca
RENF  FonteB-00001800 (pp.69..83)
RENF  FonteA-IUAV-TESI 2000 025-T2000/025 (p. 22)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELI  Data1796/00/00
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1866/00/00

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaNel 1866 l'Austria lasciava il Veneto e questo veniva a far parte del Regno d'Italia (1866-1946). La situazione di quegli anni era piuttosto precaria a causa di intricate vicende naturali e storiche, che avevano accumulato i danni del disordie idraulico di interi secoli. Un grosso problema di quegli anni era rappresentato soprattutto dalle conseguenze della bonificazione delle valli veronesi ed ostigliesi (portata a compimento nel 1885), che aveva fatto progredire ed aumentare notevolmente il volume delle acque attraverso il Polesine, rendendo ancora più precaria la situazione dei comuni del Rodigino. Le vicende si trascinarono finchè giunse la disastrosa rotta dell'Adige del 1882.
RENS  Notizia sinteticaRegno d'Italia
RENF  FonteB-00001800 (pp. 83..85)
RENF  FonteA-IUAV-TESI 2000 025-T2000/025 (p. 23)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELI  Data1866/00/00
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1882/00/00

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaDa anni la necessità di una bonifica generale del Polesine si faceva sentire e divenne pressante in seguito alla rotta dell'Adige del 1882, che portò la desolazione in tutto il territorio alla destra del Canalbianco. A seguito delle immani rovine portate dalla rotta e delle disastrose conseguenze che si erano verificate in tutto il sistema idraulico della provincia di Rovigo, venne nominata una Commissione ministeriale, per l'esame delle numerose questioni sorte e per l'enunciazione di proposte idonee ad eliminare i maggiori danni già verificati. Dall'esame obiettivo dei fatti delle condizioni del regime idraulico della provincia di Rovigo, l'intervento suggerito proponeva di: - separare le acque delle valli veronesi ed ostigliesi da quelle proprie del Polesine, avviando le prime al mare attraverso il Canalbianco; - costruire un nuovo cavo a destra ed uno a sinistra del Canalbianco, con la funzione di scolare tutte le acque dei Consorzi della provincia di Rovigo, padani e polesani. Nel 1885, l'Ing. Filippo Lanciani, ingegniere idraulico del Genio Civile di Ravenna, presentò il progetto che venne approvato. I lavori, ultimati nel 1901, iniziarono il 7 giugno 1895 con la costruzione, alla destra del Canal Bianco, del "Collettore Padano Polesano", detto anche "Scolon". Il manufatto venne eseguito a tronchi, ad opera dell'Impresa Cav. Luigi Trezza da Mestre, che si era aggiudicato già in precedenza numerosi appalti (col medesimo ribasso del 2%). In questo modo, il Canalbianco restava ad uso esclusivo delle Valli grandi veronesi ed ostigliesi, mentre veniva costruito un collettore che raccoglieva tutte le acque di scolo, sia dei Consorzi Padani sia di quelli Polesani a destra del Canalbianco. Nel territorio padano furono poi costruiti due Cavi maestri, uno per il Bacino superiore, utilizzando, in parte i principali canali preesistenti nei Consorzi idraulici di Melara e di Stienta (56 Km), ed uno per il Bacino inferiore, che correva utilizzando il Poazzo per i primi 19 Km e poi un nuovo canale di 6 Km. I due Cavi convogliavano in un unico alveo nella località Bresparola di Polesella, ove, sottopassando insieme la Fossa Polesella, per mezzo di una grande botte a sifone (detta Botte Paleocapa, da colui che ne era stato il progettista), entravano nel Collettore esterno che sfocia nel Po di Levante, dopo un percorso complessivo di 53 Km. In quegli anni, inoltre, l'esecuzione dei lavori e le conseguenti spese portarono a creare contrasti tra i due Bacini superiore ed inferiore all'argine del Sabato della Bonifica Padana, risolti poi con vari decreti ministeriali emanati successivamente dal Governo.
RENS  Notizia sinteticanascita del Collettore Padano Polesano
RENF  FonteB-00001801 (p. 93)
RENF  FonteB-00001802 (pp. 134; 135)
RENF  FonteB-00001800 (pp. 85..88)
RENF  Fontehttp://www.bonificapadana.it/nqcontent.cfm?a_id=222
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELI  Data1882/00/00
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1901/00/00

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaCon lo scoppio della Prima Guerra Mondiale molti lavori di bonifica vennero interrotti e seguì un periodo di devastazione e distruzione. Fu, invece, nel primo dopoguerra che si realizzò la fase di bonifica italiana più splendente. In quegl'anni la congiuntura socio-economica era ideale, unita alla carica positiva che i primi anni del Ventennio Fascista andava diffondendo nella popolazione e alla crescita dei prezzi dei prodotti agricoli, che incorraggiava le aspirazioni dei grandi proprietari terrieri, facendo loro offrire anche nuove opportunità di lavoro. Alla fine del 1920, un gruppo di tecnici, ingegnieri ed agronomi, come il rinomato Arrigo Serpieri, evidenziarono che l'intervento di bonifica di quegli anni era legato al solo prosciugamento delle terre e non anche all'irrigazione, alla costruzione di strutture efficienti, ecc. Questa critica sviluppò un nuovo spirito, che si concretizzò con la legge Mussolini del 24 Dicembre 1928 n°3134 ed il Testo Unico del 13 Febbraio 1933, che sanciva la "Bonifica integrale": un'articolata serie di operazioni simultanee di sistemazione idraulica con opere di prosciugamento, irrigazione e difesa, risanamento igienico, costruzione di infrastrutture, ecc. Questa strategia di bonifica, negli anni Trenta, subì una serie di drastici ridimensionamenti dei programmi e forti riduzioni di spesa a causa sia della crisi economica di dimensioni sovranazionali sia del regime autarchico dovuto al crescente isolamento cui il Paese era oggetto, a causa dello schieramento sul piano politico a fianco della Germania nazista.
RENS  Notizia sinteticaPrima Guerra Mondiale e primo dopoguerra
RENF  FonteA-IUAV-TESI 2000 025-T2000/025 (pp. 24; 25)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELI  Data1915/05/24
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1940/06/10

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaCon al guerra del 1940-1945 si era fermata ogni attività di qualche rilievo nel comprensorio della Bonifica Padana, che dalle operazioni belliche, succedutesi nel territorio, non ebbe a subire che lievi danni alle opere d'arte. Nel secondo dopoguerra l'Italia, con il decisivo contributo dei fondi del Piano Marshall, iniziò la ricostruzione del Paese attraverso opere di manutenzione e riparazioni dell'intero complesso idraulico uscito gravemente danneggiato dal conflitto. Vennero, quindi, ripresi i lavori per la riparazione delle opere consorzilai danneggiate dalla guerra, per l'approfondimento e sistemazione degli scoli e per l'apertura di nuovi canali, con progetti di importi limitati. Il risanamento idraulico del Paese, unito al forte progresso tecnologico, generarono un rapido aumento della produzione agricola ed un ritrovato equilibrio sociale. Gli anni a seguire furono perciò all'insegna del rinnovato stimolo all'investimento sull'agricoltura sia da parte dei privati sia da parte dello Stato, utilizzando nuove e moderne macchine, prodotti fertilizzanti, introducendo nuove colture, ecc.
RENS  Notizia sinteticaSeconda Guerra Mondiale e secondo dopoguerra
RENF  FonteA-IUAV-TESI 2000 025-T2000/025 (p. 25)
RENF  FonteB-00001800 (p. 89)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELI  Data1940/06/10
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1950/00/00

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene/ territorio
RENN  NotiziaL'alluvione del 14 Novembre del 1951, determinata dalla rottura dell'argine del Po ad Occhiobello, provocò notevoli danni all'alveo ed a numerosi manufatti esistenti sul collettore e sul cavo maestro. Negli anni successivi alla rotta, si dovette provvedere alla riparazione dei danni portati dall'irrompere delle acque. L'intervento di maggiore rilievo fu quello relativo al Collettore Padano-Polesano, che venne ripristinato in alcuni tratti, come pure i Canali Maestri e quelli secondari. Dopo la ricostruzione di alcuni ponti, continuando il ripristino dei manufatti consorziali danneggiati, si provvide alla sistemazione degli scoli in diverse località, come il rialzo e ringrosso delle arginature del Collettore Padano-Polesano e la costruzione di banchine a rinforzo degli argini lungo lo stesso. Si effettuò anche la sistemazione di strade in diversi Consorzi e la costruzione di diversi elettrodotti per la fornitura di energia elettrica. Quando, nel 1956, venne concluso il ripristino della funzionalità dei canali, si manifestarono però gravi e frequenti fenomeni di piene pericolose; le quote degli argini e le sezioni di deflusso apparivano insufficienti, vasti territori venivano allagati e restavano a lungo infragiditi. Sono state realizzate, quindi, opere di grande rilievo, necessarie per ottenere il riassetto del regime idraulico di un vasto territorio la cui bonificazione ha molti secoli, passati in un continuo travagliato, causato dagli avvenimenti storici che si sono succeduti in un così ampio arco di tempo.
RENS  Notizia sinteticaalluvione
RENF  FonteA-ASCBPP 4-2-308/A (p.6)
RENF  FonteB-00001800 (pp. 89; 90)
RENF  FonteB-00001806 (pp. 390..393)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELI  Data1951/11/14
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1956/00/00

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentointero bene
RENN  NotiziaLa costruzione del manufatto risale alla data di sistemazione idraulica della zona: 1870-1900.
RENS  Notizia sinteticacostruzione
RENF  Fonten.d.c. (fonte verbale)
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELI  Data1870/00/00
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1900/00/00

RE  NOTIZIE STORICHE

REN  NOTIZIA
RENR  Riferimentochiave di volta, a monte
RENN  NotiziaLo stemma, presente sulla chiave di volta del manufatto, rappresenta un fascio littorio di epoca fascista. Come è noto, la parola “fascismo” deriva dalla parola latina fascies (fascio), che, nell'antica Roma, era il simbolo del potere e dell'unità dello Stato. Il fascio era costituito da un insieme di 30 verghe di olmo o di betulle legate tra di loro con dei nastri rossi, che rappresentava il potere dei consoli (cioè i magistrati più importanti presso l'antica Roma) di punire con le verghe e di esercitare lo "ius necis" (diritto di dare la morte ai rei). Lateralmente o superiormente alle verghe, veniva inserita una scure; quest'ultima, in età repubblicana, era tenuta nei fasci solo fuori del Pomerium - il confine sacro della città di Roma, spazio di terreno non coltivato e considerato come sacro lungo le mura della città, sia all'interno che all'esterno - in quanto al suo interno nessuno poteva condannare a morte un cittadino romano, tranne il dittatore. Le verghe invece potevano essere usate per percuotere i cittadini, unico modo in cui la schiena di un romano poteva essere violata, dato che era considerata sacra e non era ammessa la fustigazione I fasci di verghe venivano portati da appositi addetti chiamati “littori” (da qui la denominazione "fascio littorio"). I fascis littori, infatti, erano ufficiali che scortavano le maggiori autorità romane ed, in base al numero dei fasci littori che precedeva il magistrato, si poteva risalire al grado del magistrato: più erano numerosi e più alto era il grado del magistrato stesso (per esempio, i re e i magistrati ne disponevano dodici). Il fascio, contrariamente a chi lo vede come simbolo punitivo, è simbolo di concordia e fraternità. Una leggenda, a tal proposito, racconta come un padre, sul punto di morte, chiese ai suoi figli di prendere ciascuno una verga e di spezzarla. I figli obbedirono e le verghe furono spezzate. Il padre ordinò, quindi, di prendere ancora una verga per ognuno di loro e di legarle tutte in un solo fascio, invitando i figli a spezzarle nuovamente, ma nessuno vi riuscì. Il padre a questo punto disse loro: "Siate voi come questo fascio di verghe, sempre uniti e concordi e trionferete in ogni disavventura". Ispirandosi, quindi, alla tradizione romana, il Fascio simboleggia sia l'unità del popolo, sia l'autorità posseduta dal popolo stesso, divenendo, in epoca moderna, il simbolo di numerosi movimenti politici. Con la costituzione di un Fascio Parlamentare di Difesa Nazionale, dopo la disfatta di Caporetto, il termine Fascio cominciò ad essere legato alla necessità di un'unione nazionale al di sopra degli interessi dei partiti, in un periodo in cui tensioni sociali dividevano il paese tra nord e sud. Come tale, ma accompagnato da rivendicazioni rivoluzionarie, l'emblema romano venne accolto da Benito Mussolini, divenendo il simbolo dei Fasci di Combattimento, e in seguito del Partito Nazionale Fascista. Il fascio littorio venne, quindi, utilizzato come elemento di propaganda per simboleggiare l’unione nazionale del popolo italiano e per volersi ispirare alla potenza e alla grandezza del popolo romano. Come nell’antica Roma simboleggiava il volere italiano alla dominazione dei vecchi territori appartenuti un tempo all’impero romano. Durante il ventennio di governo fascista, infatti, molte costruzioni pubbliche ed opere d’arte si ispirarono allo stile romano senza far mancare però il fascio che veniva scolpito sui muri. Il fascismo creò, infatti, dei punti di contatto tra l'antica Roma e il regime di Mussolini, proponendosi come il naturale discendente della Roma antica: Mussolini si faceva, infatti, chiamare Duce, che nell'antica Roma era il generale, il capo militare valoroso e trionfante in battaglia amato ed apprezzato dai soldati che lo seguivano ubbidienti e lo salutavano alzando il braccio destro in alto, nello stesso modo in cui i soldati salutavano i loro capi nell'antica Roma.
RENS  Notizia sinteticasimbologia stemma
RENF  Fontehttp://romanoimpero.blogspot.com/2009/10/i-simboli-di-roma.html
RENF  Fontehttp://books.google.it/books?id=3pgrCbVilI8C&pg=PA121&lpg=PA121&dq=simbologia+numeri+fascismo&source=bl&ots=dRY0tKAvQN&sig=XJr1ZiQ7zpYJ3oQYWaxW4SDiNzI&hl=it&ei=gFvsSurQLdiO_Ab_3OSSDw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=6&ved=0
RENF  Fontehttp://www.ilduce.net/speciale17.htm
RENF  Fontehttp://www.alterstoria.it/storia/simboli/fasciolittorio.php
RENF  Fontehttp://it.wikipedia.org/wiki/Fascio_littorio
REL  CRONOLOGIA, ESTREMO REMOTO
RELS  SecoloVI a.C.
RELV  Validitàca.
REV  CRONOLOGIA, ESTREMO RECENTE
REVI  Data1943/07/25

IS  IMPIANTO STRUTTURALE

IST  Configurazione strutturale primariaBotte sifone,struttura a paramenti in muratrura continua di laterizio a faccia a vista. Muri di testata in muratura continua con cordoli in pietra con parapetto in ferro "a giorno". Ringhiera metallica zincata tipo moderno con cordoli e piedritti.
ISS  ELEMENTI STRUTTURALI SUSSIDIARI
ISSU  Ubicazionefronte a valle
ISST  Tipoarco rampante
ISS  ELEMENTI STRUTTURALI SUSSIDIARI
ISSU  Ubicazionefronte a valle
ISST  Tipoterrapieno

FN  FONDAZIONI

FNA  Tipo di terreno a livello di appoggioterreno sabbioso o limoso/sabbioso di origine alluvionale con possibili falde idriche saline

LI  ISCRIZIONI, LAPIDI, STEMMI

LSI  ISCRIZIONI, LAPIDI, STEMMI
LSIU  Ubicazionechiave di volta, arco a monte
LSIG  Generestemma
LSIT  TipoStemma costituito da un unico elemento, senza cornice, in cui è stato scolpito il fascio littorio fascista.
LSIC  Tecnicascolpita/o
LSIM  Materialipietra naturale chiara

CO  CONSERVAZIONE

STC  STATO DI CONSERVAZIONE
STCR  Riferimento alla parteintero bene
STCC  Stato di conservazionemediocre

US  UTILIZZAZIONI

USA  USO ATTUALE
USAR  Riferimento alla parteintero bene
USAD  Usopassaggio dell'acqua sul nodo idraulico
USA  USO ATTUALE
USAR  Riferimento alla parteintero bene
USAD  Usocontrollo acqua pubblica
USA  USO ATTUALE
USAR  Riferimento alla parteintero bene
USAD  Usoviabilita' interpoderale
USO  USO STORICO
USOR  Riferimento alla parteintero bene
USOC  Riferimento cronologicodestinazione originaria
USOD  Usocontrollo acqua pubblica

TU  CONDIZIONE GIURIDICA E VINCOLI

CDG  CONDIZIONE GIURIDICA
CDGG  Indicazione genericaproprietà Stato
CDGS  Indicazione specificaConsorzio di Bonifica Padana Polesana di Rovigo
CDGI  IndirizzoVia Verdi 12
NVC  PROVVEDIMENTI DI TUTELA
NVCT  Tipo provvedimentoDLgs 42/2004, art. 12, comma 1
NVC  PROVVEDIMENTI DI TUTELA
NVCT  Tipo provvedimentoDLgs 42/2004, art. 142, comma 1, lettera c
STU  STRUMENTI URBANISTICI
STUT  Strumenti in vigorePRG 1992/ variante 2007/ zona F3
STUN  Sintesi normativa zonainedificabilità, rispetto del corso d'acqua/ manutenzione ordinaria e straordinaria/ ristrutturazione edilizia/ dotazione servizi tecnologici ed igienici

DO  FONTI E DOCUMENTI DI RIFERIMENTO

FTA  DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX  Generedocumentazione esistente
FTAP  Tipofotografia digitale
FTAA  AutoreAstori, Luisa
FTAD  Data2009/10/28
FTAE  Ente proprietarioConsorzio Bonifica Padana Polesana
FTAC  CollocazioneArchivi dell'ente
FTAN  Codice identificativoWCR-1021001-01
FTAT  NoteBotte Begone a valle
FTAF  Formato20 x 25
FTA  DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX  Generedocumentazione allegata
FTAP  Tipofotografia digitale
FTAA  AutoreAstori, Luisa
FTAD  Data2009/10/28
FTAE  Ente proprietarioConsorzio Bonifica Padana Polesana
FTAC  CollocazioneArchivi dell'ente
FTAN  Codice identificativoWCR-1021001-02
FTAT  NoteBotte Begone a valle
FTAF  Formato20 x 25
FTA  DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX  Generedocumentazione allegata
FTAP  Tipofotografia digitale
FTAA  AutoreAstori, Luisa
FTAD  Data2009/10/28
FTAE  Ente proprietarioConsorzio Bonifica Padana Polesana
FTAC  CollocazioneArchivi dell'ente
FTAN  Codice identificativoWCR-1021001-03
FTAT  NoteBotte Begone canale
FTAF  Formato20 x 25
FTA  DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX  Generedocumentazione allegata
FTAP  Tipofotografia digitale
FTAA  AutoreAstori, Luisa
FTAD  Data2009/10/28
FTAE  Ente proprietarioConsorzio Bonifica Padana Polesana
FTAC  CollocazioneArchivi dell'ente
FTAN  Codice identificativoWCR-1021001-04
FTAT  NoteBotte Begone
FTAF  Formato20 x 25
FTA  DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX  Generedocumentazione allegata
FTAP  Tipofotografia digitale
FTAA  AutoreAstori, Luisa
FTAD  Data2009/10/28
FTAE  Ente proprietarioConsorzio Bonifica Padana Polesana
FTAC  CollocazioneArchivi dell'ente
FTAN  Codice identificativoWCR-1021001-05
FTAT  NoteBotte Begone
FTAF  Formato20 x 25
FTA  DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX  Generedocumentazione allegata
FTAP  Tipofotografia digitale
FTAA  AutoreAstori, Luisa
FTAD  Data2009/10/28
FTAE  Ente proprietarioConsorzio Bonifica Padana Polesana
FTAC  CollocazioneArchivi dell'ente
FTAN  Codice identificativoWCR-1021001-06
FTAT  NoteBotte Begone a monte
FTAF  Formato20 x 25
FTA  DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX  Generedocumentazione allegata
FTAP  Tipofotografia digitale
FTAA  AutoreAstori, Luisa
FTAD  Data2009/10/28
FTAE  Ente proprietarioConsorzio Bonifica Padana Polesana
FTAC  CollocazioneArchivi dell'ente
FTAN  Codice identificativoWCR-1021001-07
FTAT  NoteBotte Begone cavo maestro
FTAF  Formato20 x 52
FTA  DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA
FTAX  Generedocumentazione allegata
FTAP  Tipofotografia b/n
FTAE  Ente proprietarioConsorzio Bonifica Padana Polesana
FTAC  CollocazioneArchivi dell'ente
FTAN  Codice identificativoWCR-1021001-08
FTAT  Notegenerale, scansione di immagine effettuata durante il periodo di demolizione della botte, avvenuta nel sec. XX d.C.
FTAF  Formato20 x 25
DRA  DOCUMENTAZIONE GRAFICA
DRAX  Generedocumentazione allegata
DRAT  Tipomappa del territorio
DRAO  Notegenerale
DRAS  Scala1:350.000
DRAE  Ente proprietarioConsorzio di Bonifica Padana Polesana
DRAC  CollocazioneArchivi dell'ente
DRAN  Codice identificativoWCR-1021001-A1
DRAA  AutoreVolpe, Lisa
DRAD  Data2009
File allegato Botte_Begone.tif
DRA  DOCUMENTAZIONE GRAFICA
DRAX  Generedocumentazione allegata
DRAT  Tipomappa catastale
DRAO  Noteubicazione impianto
DRAS  Scala1:4000
DRAE  Ente proprietarioConsorzio Bonifica Padana Polesana
DRAC  CollocazioneArchivi dell'ente
DRAN  Codice identificativoWCR-1021001-A2
DRAD  Data2009
File allegato 01 BOTTE BEGONE.tif
FNT  FONTI E DOCUMENTI
FNTP  Tipoprogetto esecutivo
FNTT  DenominazioneProgetto esecutivo del completamento dei lavori di sistemazione idraulica-irrigua del Cavo Maestro del Bacino Superiore dal ponte Dosso Ramina all'origine. Relazione tecnica illustrativa
FNTD  Data2003
FNTF  Foglio/Cartap. 6
FNTN  Nome archivioArchivio Storico del Consorzio di Bonifica Padana Polesana
FNTS  PosizioneA-4-2-308/A
FNTI  Codice identificativoA-ASCBPP 4-2-308/A
FNT  FONTI E DOCUMENTI
FNTP  Tipotesi di laurea
FNTA  AutoreScabin, Alberto
FNTT  DenominazioneLa bonifica nel Delta del Po, la catalogazione delle idrovore e progetto per il riuso del sito di Ca' Verzola
FNTD  Data1999
FNTF  Foglio/Cartapp. 20-26
FNTN  Nome archivioBiblioteca centrale Istituto Universitario di Architettura di Venezia
FNTS  PosizioneIUAV-TESI 2000 025-T2000/025
FNTI  Codice identificativoA-IUAV-TESI 2000 025-T2000/025
BIB  BIBLIOGRAFIA
BIBX  Generebibliografia specifica
BIBA  AutoreConsorzio di Bonifica Delta Po Adige/ Consorzio di Bonifica Padana Polesana/ Consorzio di Bonifica Polesine Adige Canal Bianco - Rovigo
BIBD  Anno di edizione2009
BIBH  Sigla per citazione00001802
BIBN  V., pp., nn.pp. 27-57; 134-135
BIB  BIBLIOGRAFIA
BIBX  Generebibliografia specifica
BIBA  AutoreAndreotti G.
BIBD  Anno di edizione2002
BIBH  Sigla per citazione00001801
BIBN  V., pp., nn.p. 93
BIB  BIBLIOGRAFIA
BIBX  Generebibliografia specifica
BIBA  AutoreFornasari E.
BIBD  Anno di edizione2002
BIBH  Sigla per citazione00001806
BIBN  V., pp., nn.pp. 390-393
BIB  BIBLIOGRAFIA
BIBX  Generebibliografia specifica
BIBA  AutoreLugaresi L.
BIBD  Anno di edizione2002
BIBH  Sigla per citazione00001807
BIBN  V., pp., nn.pp. 141-162
BIB  BIBLIOGRAFIA
BIBX  Generebibliografia specifica
BIBA  AutoreZucchini M.
BIBD  Anno di edizione1968
BIBH  Sigla per citazione00001800
BIBN  V., pp., nn.pp.9-32; 47-49; 55; 69-90

AD  ACCESSO AI DATI

ADS  SPECIFICHE DI ACCESSO AI DATI
ADSP  Profilo di accesso1 (intera scheda visibile)

CM  COMPILAZIONE

CMP  COMPILAZIONE
CMPD  Data2009
CMPN  NomeVolpe, Lisa
RSR  Referente scientificoAstori, Luisa

AN  ANNOTAZIONI

OSS  OsservazioniLa botte è un manufatto idraulico che permette ad un canale di attraversarne un altro attraverso una struttura muraria; in sostanza è la soluzione per consentire l'incrocio fra due fiumi o canali. Il fronte a valle di Botte Begone coincide con l'inizio del Cavo Maestro del Bacini Superiore, quello a monte con il canale Santo Stefano, dal quale è visibile uno stemma fascista. L'acronimo ASCBPP utilizzato nella seguente scheda indica l'Archivio Storico del Consorzio di Bonifica Padana Polesana. Il tratto di canale compreso tra il comune di Melara e quello di Polesella è definito come "Cavo Maestro del Bacino Superiore"; quello, invece, compreso tra il comune di Bosaro e quello di Loreo è detto "Collettore Padano Polesano". L'oggetto catalogato si trova a contatto con acqua pubblica ed essendo sotto il comune di Melara è inserito nel tratto del Cavo Maestro del Bacino Superiore. Il manufatto manca del numero di particella in quanto graffato all'acqua pubblica, priva anch'essa del numero di particella; il campo CTSN, quindi, non può essere compilato. Il manufatto con piu' di una indicazione catastale si trova nella mezzeria o sul confine amministrativo e/o catastale che divide il ponte; per questo motivo si potrebbe ritrovare, a volte, il campo CS ripetuto. La mappa del territorio si riferisce al C.T.R. 1:5000, con indicazioni generali di individuazione del bene date dal catalogatore, la mappa risulta stampabile in formato A4, la mappa catastale invece si riferisce al formato A3. Le varie notizie storiche sono state riassunte dal catalogatore, dopo uno studio delle fonti bibliografiche ed archivistiche, cercando di trascrivere in modo puntuale la notizia storica considerata.

SY  DATI DI SISTEMA

SER_A  Seriale protocollareCRV-A_0000598

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